a mia madre

E. DeAmicis,
Amo il nome gentile: amo l'onesta
aura del volto che il mio cor rinfranca,
amo la mano delicata e bianca
che le lagrime mie, terge ed arresta.

Amo le braccia a cui fido la testa
da tristi fantasie turbata e stanca;
amo la fronte pura, aperta e franca,
dove tutto il pensier si manifesta.

Ma più delle sembianze oneste e care,
amo la voce che mi parla il vero
e mi conforta. l'anima ad amare:

la voce, che ogni di su la prim'ora
mi grida in suono d'amoroso impero:
È l'alba, figlio mio, sorgi e lavora.