parole: di altri

Fermate tutti gli orologi
isolate il telefono
fate tacere il cane con un osso succulento.
Chiudete i pianoforti
e tra un rullio smorzato,
portate fuori il feretro.
Si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani, lamentosi, lassù
e scrivano sul cielo il messaggio:
     Lui è morto.
Allacciate nastri di crespo
al collo bianco dei piccioni.
I vigili si mettano
guanti di tela nera.
Lui era il mio nord, il mio sud,
il mio est e ovest,
la mia settimana di lavoro
e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte,
la mia lingua, il mio canto.
Pensavo che l'amore fosse eterno
e avevo torto.
Non servono più le stelle,
spegnetele anche tutte,
imballate la luna,
smontate pure il sole,
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco
perché ormai più nulla può giovare.

 
                                              (Wystan Hugh Auden)

 

 

Prendere in prestito le parole di altri, perchè a volte

riescono a centrare nel segno e dire quello che vorresti,

ma è così nascosto

da non riuscire a venir fuori.

Un momento particolare.

Pieno di saluti e cambiamenti.

Il mio cuore, una stazione: si va e si viene senza ormai rendersi conto di

quanti hanno lasciato un solco,magari leggermente visibile ma profondo.

E anche io vorrei andare, cercare, insoddisfatta di me,di quello che sono e

che sto diventando,di quello che faccio e di chi mi sta intorno…

 

 

cambiare

sembra questa la via…

Ma come? Cosa fare? Dove andare?