shakespeare

MONOLOGHI

AMLETO:
essere o non essere,questo è il problema.
che cos'è piu' nobile,soffrire nell'animo per i sassi e i dardi scagliati dall'oltraggiosa fortuna,
o impugnare le armi contro un mare di affanni
e combatterli fino a farli cessare?
morire,dormire…niente piu'.
e con il sonno dire che poniano fine al dolore della carne
e alle mille afflizioni naturali a cui la carne è destinata?
questa è la fine che bisogna desiderare ardentemente!
morire,dormire..,forse sognare.ecco il difficile.
perchè quali sogni potranno visitarci in quel sonno di morte,
quando saremo usciti dalla stretta di questa vita piena
di affanni mortali,è un pensiero su cui ci si deve fermare a riflettere
e sono proprio pensieri siffatti a prolungare la durata della sventura.
perchè,chi sopporterebbe le sferzate e le irrisioni del tempo,
i torti dell'oppressore,le offese dei superbi,
le pene di un amore respinto,i ritardi della legge,
l'arroganza dei potenti,gli scherni che il meritevole
pazienztemente subisce da parte di gente indegna,
potendo trovare pace da se stesso con la semplice lama di un pugnale?
chi sarebbe disposto a portare carichi sulle spalle,
a gemere e sudare per le difficoltà della vita,
se non ci fosse il timore di qualcosa dopo la morte,
questa terra inesplorata dai cui confini nessun
viaggiatore è mai tornato indietro,timore che,
confondendo la nostra volontà ci induce
a sopportare i mali di cui siamo afflitti,
piuttosto da spiccare
il volo verso altri a noi completamente ignoti?
cosi' la riflesione ci rende tuti vili.

Domani, e poi domani, e poi domani…
Di giorno in giorno, striscia,
col suo piccolo passo, ogni domani
per raggiungere la sillaba postrema
del tempo in cui ci serve la memoria.
E tutti i nostri ieri
han rischiarato, i pazzi, quel sentiero
che conduce alla morte polverosa.
Spègniti dunque, ormai, corta candela!
La vita è solo un’ombra che cammina:
un povero istrione,
che si dimena, e va pavoneggiandosi
sulla scena del mondo, un’ora sola:
e poi, non s’ode più.
Favola raccontata da un’idiota,
tutta piena di strepito e furore,
che non vuol dir niente.
da "macbeth"

RICCARDO III :
ora l'inverno del nostro scontento
è reso estate gloriosa da questo sole di york,
e tutte le nuvole che incombevano minacciose
sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo
dell'oceano.ora le nostre fonti sono cinte di
ghirlande di vittoria,le nostre armi malconcie appese come trofei,

le nostre aspre sortite mutati in lieti incontri,
le nostre marce tremende in misure deliziose di danza.
la guerra dal volto grifagno ha spianato la fronte corrugata,
e ora,invece di montare destrieri corazzati per atterrire le
anime di nemici impauriti ,saltella agilmente nella camera
di una signora al suono seducente di un liuto.
ma io che non fui fatto per tali svaghi ,
ne fatto per corteggiare uno specchio amoroso;
io che sono di stampo rozzo e manco della maestà d'amore
con la quale pavoneggiarmi davanti a una frivola ninfa
ancheggiante ,io sono privo di ogni bella proporzione,
frodato nei lineamenti dalla natura ingannatrice,
deforme,incompiuto,spedito prima del tempo in questo mondo
che respira,finito a metà,e questa cosi' storpia e brutta
che i cani mi abbaiano quando zoppiccò accanto a loro,
ebbene io ,in questo fiacco e flautato tempo di pace ,
non ho altro piacere con cui passare il tempo se non
quello di spiare la mai ombra nel sole e commentare
la mia deformità.
perciò non potendo fare l'amante
per occupare questi giorni belli ed eloquenti,sono
deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi
piaceri dei nostri tempi.ho teso trappole ,ho scritto
prologhi infidi con profezie da ubriachi ,libelli e
sogni per spingere mio fratello clarence e il rea
odiarsi l'uno il rea
odiarsi l'uno contro l'altro mortalmente;
e se re edoardo è giusto e onesto quanto io sono astuto
falso e traditore ,oggi clarence dovrebbe essere imprigionato
grazie a una profezia che dice che g. sarà l'assassino degli
eredi di edoardo.tuffatevi pensieri intorno alla mia anima,ecco clarence.
da "riccardo III"

pur se di umili origini ,indubbiamente fu dalla culla
destinato a grandi onori.egli fu uno studioso serio e competente,
eccezionalmente sagace,buon oratore e persuasivo;
agro e scostante con quelli che non lo amavano ma,
con chi ne cercava l'amicizia ,dolce come l'estate.
e anche se era insaziabile nel prendere ,il che è una colpa,
pure nel dare egli fu principesco: eterni testimoni a suo favore
quei centri gemelli del sapere che egli volle fondare (ipswich e oxford)
uno dei quali cadde con lui,ricusando di sopravvivere alla bontà di
chi l'aveva voluto,e l'altro ,per quanto incompiuto,già tanto famoso
ed eccellente per cultura ,e tuttora in ascesa,che la cristianità
proclamerà per sempre i meriti dell'uomo.
la sua rovina fini' per colmarlo di felicità,poichè allora ,egli
ritrovò se stessoscoprendo la beatitudine di non contare piu' nulla;
e,per aggiungere maggiori onori ai suoi anni di quanto gli uomini
potessere offrorgli,mori' nel timor di Dio.
da "enrico VIII"

polonio: non fare giungere alla lingua i pensieri che hai in testa,
e bada di non mettere in atto quelli piu' squilibrati.
sii familiare con gli altri ma senza cadere nella volgarità.
gli amici di provata fiducia tienili attaccati alla tua anima
con vincxoli d'acciaio,ma non sciuparti la mano a furia di stringerla
a ogni compagno implume che incontri.
evita le liti,ma se ti capita di esservi coinvolto,
fa in modo che sia il tuo avversario a preoccuparsi di te
offri il tuo orecchio a tutti ,ma a pochi la tua voce.
ascoltà il parere degli altri ma il tuo non esprimerlo
con troppa facilità.
indossa abiti che abbiano un prezzo adeguato alla tua borsa,
ma non stravaganti;abiti ricchi ma di sobria eleganza.
perchè molto spesso il vestito rivela l'uomo.
in francia sappilo le persone di un certo rango stanno molto attente
a questo genere di cose.
non prestare soldi e non fare debiti,perchè ciò che si da in prestito
spesso si perde assieme all'amico e i debiti fanno smarrire il
senso della parsimonia.
e soprattutto sii sincero con te stesso,e,come la notte segue il giorno,
ne seguirà che non potrai essere falso con nessuno.
addio.la mia benedizione faccia maturare in te questi consigli.
da amleto

leonato:
che non mi si dia consiglio ,e che nessun confortatore si pensi
di lnfortatore si pensi
di lenire il mio dolore,a meno che si tratti di qualcuno con le mie
stesse sventure.
perchè ,fratello,gli uomini sanno ben consigliare e dir parole di
conforto per quelle sofferenze che essi medesimi non provano,
e se le provano tutte le loro massime si trasformano in impetuosa passione.
no,no ,è naturale che tutti parlino di sopportazione a coloro che si torcono
sotto il peso della sventura;e nondimeno la virtu' di nessu
n uomo
è tanta da potere e sapere predicare la morale quando egli stesso
sopporta una pena eguale.
e quindi non mi date alcun consiglio.la voce del mio
dolore è piu' forte di quella dei vostri precetti.
da "molto rumore per nulla"

spettro di re amleto a suo figlio il principe amleto: ti trovo pronto,se le mie parole non ti turbassero ,
sarestri certo piu' insensibile dell'erba grassa
che imputridisce pigramente sulle rive dell'ete.
adesso stammi a sentire,amleto.
è stato detto che un serpente mi ha morso mentre
dormivo in giardino.
cosi' l'intera danimarca viene recentemente ingannata,
riguardo alla mia morte ,attraverso voci messe in giro a bella posta.
ma sappilo,nobile giovane:il serpente che morse tuo padre ,
togliendoli la vita,ora ne porta la corona sul capo.
amleto:o anima mia profetica,mio zio.

spettro:si,proprio lui!quella bestia adultera e incestuosa,
con le strgonerie del suo ingegno ,con i suoi doni traditori
(ah ingegno e doni ben malvagi,dal momento che hanno un tal potere di
sedurre!)spinse a cedere alla sua vergognosa lussuria la volontà della
regina,che fino ad allora si era sempre mostrata virtuosa.
oh ,amleto,che caduta era quella!finire da me il cui amore era di una
tale dignita da procedere tenendo per mano il voto stesso che avendo fatto
alle nozze ,nelle mani di un miserabile, i cui doni naturali erano,
ben misera cosa a confronto dei miei!ma come la virtu'
resta sempre salda
anche se il vizio stesso viene a corteggiarla sotto sembianze celesti,
cosi' la lussuria ,anche se unita a un angelo luminoso in un letto
celestiale ,vorrà sempre sazziarsi di sozzure.ma un momento!mi pare di
sentire la brezza del mattino .devo far presto.in breve:
mentre dormivo nel mio giardino ,come avevo l'abitudine
di fare nel pomeriggio,
tuo zio mi si avvicino furtivamente .io ero tranquillo nel mio sonno.
aveva con se una fiala del veleno .
ebbene mi verso nei padiglioni delle orecchie quell'estratto
di lebbra,che ha un effetto cosi' terribile nel sangue dell'uomo
da diffondersi rapido come l'argento vivo per le parti e le vie
naturali del corpo;una scabbia istantanea ricopri il mio corpo
di una crosta vile e ripugnantrosta vile e ripugnante,una crosta
simile a quella di un lebbroso.
e cosi' mentre dormivo fui privato nello stesso tempo
della vita,della corona e della regina ,e chi me le portava via era
mio fratello .la mia anima era rigogliosa di peccati quando la falce
si abbatte su di essa .
non ero comunicato,inconfessato,impreparato.
senza poter fare alcun computo ,venni mandato a giudizio,
con tutti i miei peccati di cui rendere conto,

oh che cosa orribile.
troppo orribile.
se hai un cuore non devi accettarlo.non lasciare che il letto
regale di danimarca si trasformi in un maledetto giacigliao di
lussuria e di incesto.
ma,in qualsiasi modo tu decida di punire queste offese ,tieni pulita
la tua coscienza,non concepire mai qualcosa contro tua madre.
lascia che sia il cielo a punirla ,e che siano le spine che tiene in
seno a punirla ,e che siano le spine che tiene in seno a pungerla
e trafiggerla.
addio adesso

..