voglio andare in convento


  • Stressate? Curiose? Stufe del frastuono del mondo? E’ arrivato il momento di staccare la spina e organizzare una vacanza al femminile alla ricerca della pace interiore, lontane dal caos e dai continui impegni della vita di tutti i giorni. Dove? Nei monasteri, naturalmente, oppure in convento o ancora nelle abbazie.

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Foto: Nicodemo Misiti

  • Prezzi modesti, atmosfera incantata, recupero del senso della vita e magico viaggio nel passato: sembrerebbero questi i motivi di un successo via via crescente. Da alcuni anni ormai centinaia di monasteri e abbazie sparse su tutto il territorio italiano, hanno restaurato le antiche foresterie e organizzato un vero e proprio circuito turistico molto apprezzato dalle donne che viaggiano da sole.
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  • Anche da vip e politici, però. Sembra, infatti, che a ritemprarsi tra i boschi dell’Appennino, nel monastero di Camaldoli, vicino ad Arezzo, si ritrovino a volte Massimo Cacciari, ma anche Pietro Ingrao, Romano Prodi e Rossana Rossanda. Complici forse l’arte e la meditazione, ma probabilmente anche una natura mozzafiato e delle belle e confortevoli “celle”. Il boom dei “ritiri dello spirito” è accompagnato dalla pubblicazione di numerose guide, dall’apertura di siti web religiosi, oltre che da pacchetti confezionati ad hoc da tour operator specializzati. Oggi si può parlare di veri e propri “stages dell’animo”. Le settimane di ritiro, infatti, prevedono sempre più spesso corsi di meditazione, di canto gregoriano, ginnastica respiratoria, esercizi spirituali con tanto di personal-trainer dell’anima, lavori artigianali, produzione di marmellate, e così via.“Ma non si tratta di una vacanza “alternativa” o di un periodo di relax e basta per le donne che scelgono questo “viaggio” – mi ha detto un abate dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, in provincia di Siena – quanto piuttosto di un tempo di riflessione intensa e di riscoperta della vita. Per questo è fondamentale che tutti gli ospiti partecipino alle attività lavorative quotidiane. Ai silenzi e alle preghiere, alle messe in latino e ai canti gregoriani, così come alla produzione del vino e alla gestione del patrimonio artistico”.
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  • Luoghi ad alta energia e di grande ispirazione. Se ne sono accorti artisti famosi: da Franco Battiato (che della pace nei monasteri parla persino nelle sue canzoni) a Umberto Eco (il cui “Nome della rosa” fu ispirato proprio dalla famosa biblioteca dell’Abbazia Sacra di San Michele). Ma anche coach e formatori: Paolo G. Bianchi, autore del libro “Ora et labora. La regola benedettina applicata alla strategia d’impresa e al lavoro manageriale” (Xenia edizioni) e del blog Formazione zero che già da diversi anni organizza dei corsi di formazione imprenditoriale e coaching nei monasteri attraverso il suo Abbey Programme®. Per non parlare poi del cinema che, a partire dal successo del film Il grande silenzio di Philip Gröning, ha iniziato a considerare il convento sempre più una location piena di ispirazioni per nuovi soggetti.
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  • Gli eremi infine, oggi sono visitabili anche su internet. Oltre ai siti degli ordini più famosi, anche i monasteri di clausura si sono affacciati in rete. Le monache offrono consigli, rispondono ai problemi quotidiani e chiedono elemosine e aiuti on line. Non è un segreto, infatti, che conventi gloriosi rischino di chiudere per il caro affitto: le nuove stime degli uffici erariali sembra abbiano spaventato i religiosi, soprattutto quelli che appartengono agli ordini di povertà, e l’incontro con il turismo è diventato così, per molte comunità, una insperata fonte di guadagno.

(Testo: Marina Misiti)