Gabriella Costa: Una fiaba …..

… C'era una volta una piccola ombra che camminava lungo una via fatta di sassi levigati, arrampicandosi sulla cima di una montagna. E intanto la piccola ombra si chiedeva come mai quei sassolini fossero così lisci: parevano accarezzati dal mare, da quelle onde che vanno e vengono, che vengono e che vanno, lentamente, per sempre, da sempre …

Eppure erano lì in cima a quella montagna che dal mare distava miglia e miglia. E la piccola ombra, mentre chiedeva tutto questo, si accorse che stava respirando un'aria diversa, dal profumo di sale che l'accarezzava, sussurrandole ricordi di salsedine.

E ancora la piccola ombra si chiese come mai lassù, in cima alla montagna che amoreggiava con il cielo, ci fosse il profumo del mare….

Mentre camminava, si imbattè in un piccolo pesce che danzava silenzioso nell'aria.

"Cosa mai ci farà qui, ai confini del Regno delle Nuvole, un abitante dell'oceano che normalmente si diverte a cercare di abbracciare la sabbia depositata sul fondo del mare?…" – così si chiese la piccola ombra, mentre camminava sulla sua terra che si stava trasformando davanti ai suoi occhi.

"Saranno gli occhiali" – si disse – e intanto provò a toglierseli ma per quanto si sforzasse rimanevano sempre lì, ben piantati sul suo naso dove erano abituati a vivere la loro vita.

"Non l'avranno vinta!" – disse la piccola ombra – e tirò, tirò, tirò fino a che gli occhiali caddero a terra e precipitarono tra le onde del mare, facendosi corallo.

E la piccola ombra si accorse che stava vedendo con i suoi occhi quello che prima le lenti le mostravano un po' deformato: davanti a lei la montagna di ulivi si era fatta amica delle palme e della sabbia dorata, gufi e civette amoreggiavano con pesci colorati mentre l'aria frizzante della vetta accarezzava quella calda, ricca di salsedine.

E l'alto e il basso si confusero in una profusione di luce, il cielo e il mare si unirono a nozze e tutto apparve nel Tutto.

E la piccola ombra scopri finalmente tutta la luce, guardandosi in uno specchio appoggiato alla grande quercia: si vide riflessa e penetrò nei suoi occhi fino a quando si accorse di volare finalmente dentro di sé. E si ricordò dell'amore di sé e lo amò fino in fondo perché non era più il tempo di mettersi tra parentesi.

E le radici della quercia scesero fino al centro della terra e lei respirò l'energia della Madre Terra che le sarebbe servita per radicarsi finalmente nei suoi bisogni.

E le fronde della quercia salirono, su, nel cielo, e dall'alto scese attraverso i rami tutta l'energia del cielo e lei la respirò.

La piccola ombra ricordandosi di sé, cominciò ad esprimere un desiderio e poi un altro e un altro ancora e, mentre chiedeva, chiedeva, chiedeva, si accorse che tutto quello che desiderava era già pronto dentro di lei. Aveva soltanto bisogno che qualcuno lo chiamasse per nome. Che quel qualcuno fosse lei, perché lei soltanto poteva diventare la nominatrice dei suoi bisogni più veri.

E allora incominciò a ridere e ridendo si mise a rotolare e rotolando incominciò a volare e volando si mise a sognare e sognando si accorse di essersi finalmente

                                                                 ri-svegliata ……