cosa colleziona la protagonista di questo romanzo? Lo scoprirete leggendone le pagine vivaci e acuminate che trattano con umorismo anche aspetti non piacevoli dell’esistenza. La scrittura di Chiara De Luca è sapientemente in equilibrio fra il distacco ironico, il coinvolgimento emotivo e le venature tragicomiche.
La collezionista è uno spaccato – a tratti esilarante – della realtà degli “umanisti” in cerca di occupazione e di una generazione con punti di riferimento (anche parentali) da ricomporre con tutta la fatica del vivere.
“– Mio padre è occupato, ma intanto le mostro la sala macchine – disse con un sorriso da moneta falsa. Mi fece strada giù per le scale, poi attraverso uno stretto corridoio, fino a un capannone enorme, in cui dominava un odore intenso di plastica. Mi mostrò macchine enormi, spiegandomene il funzionamento, e soltanto all’ultima seppi con certezza che producevano guarnizioni per conserve alimentari. Io avevo ascoltato attentamente, rivelazione dopo rivelazione, con entusiasmo invidiabile. Alla fine lui mi fece dono con orgoglio di ben tre guarnizioni, tutte di diverso colore.”
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