I sassolini dell'asfalto scorrono ad ogni passo e Laura guarda le punte delle scarpe da ginnastica che si alternano: destra, sinistra, destra sinistra.
Sinistra, destra, a seconda di quando abbassa di nuovo lo sguardo, altrimenti il volto è rivolto alla salita costante. Non conta i passi, sa che saranno tanti e volge lo sguardo alla punta degli alberi in cima al monte dall'altra parte: è là che dovrà arrivare. Il cielo è coperto da nuvole gonfie di pioggia, un lembo di pallido azzurro subito sparisce.
Non si era mai resa conto prima della fisicità dei suoi piedi, loro che coprono grandi distanze a volerlo e portano dove si desidera, pensa, basta un buon paio di scarpe.
I piedi agiscono, vanno in sincronia. I piedi sono concreti, esaudiscono.
Destro, sinistro…
Buongiorno dice un ciclista impegnato nella salita mentre le passa accanto.
Buongiorno risponde lei che non rallenta il passo e sorride con cortesia.
Ci sono tanti ciclisti su questa strada oggi, in gruppo, in solitaria, sfrecciano, si affannano, tutti salutano.
Questo piace a Laura, che ama le forme gentili del vivere.
Sinistro, destro… ai sassolini dell'asfalto si affiancano i pensieri che le fanno compagnia portandola altrove, nella sua vita.
E' proprio fissando la punta dei piedi che si possono percorrere milioni di anni. C'è un nesso, conviene e sorride a questo pensiero.
Non si risolvono certe cose, anche a distanza di decenni, soprattutto se attingono all'infanzia, pensa. E si stupisce dello spicchio di rancore che affiora sottile, come il profumo di aghi di pino bagnati sta salendo dalla terra.
Ancora? Si scopre a dire ad alta voce.
Sì, perché c'è lo stesso muro di sempre, ispessito da generazioni di magre esistenze. E' meglio non pensarci, pensa, non è il momento giusto. Non è mai il momento giusto, forse il momento giusto per certe cose non esiste.
E i pensieri ripiegano su una pacata rassegnazione.
Si volta indietro di scatto, le pare di avvertire dei rumori in fondo alla strada, prima della curva che sembra gettarsi nel vuoto, invece è sola.
Si ferma. Il panorama è davvero un incanto anche sotto il cielo grigio cupo.
Destro, sinistro…
Continua a salire, a pensare a salutare i ciclisti di passaggio e la punta di un'agave che prima non poteva vedere è sempre più vicina. Incrocia una donna dal sorriso luminoso che parla un pessimo italiano costretto in un marcato accento dell'est. Laura si ferma, la donna le chiede informazioni sulla messa e sulla chiesa e la fissa con profondi occhi celesti. Sorride Laura, incapace di dare risposte, eppure la donna nel salutarla in uno slancio affettuoso l'abbraccia. E' l'intesa che corre tra occhi chiari.
Mi capita sovente in questo periodo, di essere abbracciata da estranei, pensa, mentre affronta l'ultima curva prima del paese.
Strana cosa questa.
Con stupore si accorge di non essere nemmeno sudata.
postato da: sgnapisvirgola
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